Gruppi di pazienti, usati come cavie, indotti a dire il falso sui risultati di test clinici. È la nuova arma di Big Pharma per continuare a vendere in Europa medicinali dalla dubbia efficacia
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Una battaglia senza esclusione di colpi. Sullo sfondo la salute dei cittadini europei. In primo piano, da un lato gli interessi economici e commerciali delle multinazionali farmaceutiche. Sul versante opposto la pretesa di trasparenza sui dati dei trial clinici da parte del Parlamento Ue, cui i produttori di farmaci si oppongono con tutte le forze.
A scatenare il conflitto fino a oggi a bassa intensità mediatica, è stata la Direttiva Ue sulla sperimentazione clinica, in via di definizione a Bruxelles, centrata sull’obbligo di rendere di dominio pubblico i risultati degli esperimenti su nuovi medicinali. In caso contrario l’impresa produttrice non potrebbe ottenere l’autorizzazione al commercio dell’Ema (Agenzia europea del farmaco). In ballo ci sono circa 30 mld di euro in investimenti e almeno dieci volte tanto di fatturato. A questo ammonta il business annuale dei farmaci nel Vecchio Continente, circoscritto a poche grandi industrie. Che intendono rimanere in poche a spartirsi l’enorme torta di denaro… CONTINUA A LEGGERE …
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