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” the woman who didn’t stand up/la donna che non si alzò “
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Il 1º dicembre del 1955, a Montgomery, Rosa, stava tornando a casa in autobus e, poiché l’unico posto a sedere libero era nella parte anteriore del mezzo, quella riservata ai bianchi, andò a sedersi lì. Poco dopo salirono sull’autobus alcuni passeggeri bianchi, al che il conducente James Blake le ordinò di alzarsi e andare nella parte riservata ai neri. Rosa però si rifiutò di lasciare il posto a sedere e spostarsi nella parte posteriore del pullman: stanca di essere trattata come una cittadina di seconda classe (per giunta costretta anche a stare in piedi), rimase al suo posto. Il conducente fermò così l’automezzo, e chiamò due poliziotti per risolvere la questione: Rosa Parks fu arrestata e incarcerata per condotta impropria e per aver violato le norme cittadine. È da allora conosciuta come ” the woman who didn’t stand up/la donna che non si alzò “.
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Ne conseguì un boicottaggio dei trasporti pubblici da parte della comunità nera, fra le cui guide c’era già anche un allora giovanissimo Martin Luther King, che si concluse con la ‘desegregazione’ degli autobus.
Ai tempi del rifiuto, la Parks faceva la rammendatrice in un negozio di Montgomery. Per non avere ceduto il suo posto a un passeggero bianco, nonostante l’intimazione dell’autista, la Parks venne arrestata.
Ai tempi del rifiuto, la Parks faceva la rammendatrice in un negozio di Montgomery. Per non avere ceduto il suo posto a un passeggero bianco, nonostante l’intimazione dell’autista, la Parks venne arrestata.
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Il suo gesto innescò un boicottaggio durato 381 giorni, che è considerato l’atto d’avvio del moderno movimento per i diritti civili, che, all’inizio degli Anni Sessanta, sfociò nel varo del Civil Rights Act.
La questione giuridica sollevata dal rifiuto della Parks, legata alla costituzionalità e alla liceità o meno della segregazione, condusse a una sentenza della Corte Suprema che impose l’integrazione del sistema dei trasporti.
La questione giuridica sollevata dal rifiuto della Parks, legata alla costituzionalità e alla liceità o meno della segregazione, condusse a una sentenza della Corte Suprema che impose l’integrazione del sistema dei trasporti.
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Divenuta, con il suo rifiuto, la “madre del movimento dei diritti civili”, la Parks non ebbe, comunque, vita facile nella sua Alabama. Come, del resto, non la ebbe, nell’America che usciva dal segregazionismo, il reverendo Martin Luther King, che ottenne un premio Nobel per la pace per la sua azione, ma finì poi ammazzato da un segregazionista a Memphis nel Tennessee nel 1968. Lo stesso anno in cui venne ucciso a Los Angeles Robert Kennedy, che, come ministro della giustizia del fratello presidente John. F.
Kennedy, assassinato nel 1963 a Dallas in Texas, aveva contribuito alla definizione e al varo del Civil Rights Act.
Divenuta, con il suo rifiuto, la “madre del movimento dei diritti civili”, la Parks non ebbe, comunque, vita facile nella sua Alabama. Come, del resto, non la ebbe, nell’America che usciva dal segregazionismo, il reverendo Martin Luther King, che ottenne un premio Nobel per la pace per la sua azione, ma finì poi ammazzato da un segregazionista a Memphis nel Tennessee nel 1968. Lo stesso anno in cui venne ucciso a Los Angeles Robert Kennedy, che, come ministro della giustizia del fratello presidente John. F.
Kennedy, assassinato nel 1963 a Dallas in Texas, aveva contribuito alla definizione e al varo del Civil Rights Act.
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La Parks e il marito, oggetto di minacce e di angherie, impossibilitati a trovare lavoro, si trasferirono nel Michigan: lui morì nel 1977; lei, a lungo assistente del deputato Conyers – fu nel suo ufficio dal 1965 al 1988 -, divenne presenza d’obbligo a tutte le celebrazioni delle conquiste nere. Detroit che l’aveva adottata le aveva già dedicato in vita una strada e una scuola media. Lei aveva risposto creando il Rosa and Raymond Parks Institute for Self Development, dove i giovani della città imparano a divenire leader e a difendere i diritti civili e dell’uomo.